Gustare il fresco della sera lungo le sponde del Sumidagawa era un’attività prediletta dagli Edokko, i cittadini, anzi, i “figli” di Edo, per dimenticare le giornate afose dell’estate giapponese. Così, nei mesi estivi, innumerevoli intrattenimenti venivano proposti ai cittadini sia sulle rive del fiume che sulle acque, sempre e comunque, però, attorno al ponte Ryōgoku. Per apprezzare appieno lo svolgersi di queste attività non c’era luogo migliore che le terrazze dei ristoranti del quartiere o i bordi delle imbarcazioni che si muovevano sul fiume per il diletto di gitanti e gaudenti.
Nelle sere estive protagonisti erano i fuochi d’artificio, il più delle volte offerti dai mercanti a scopo pubblicitario e molto amati dalla popolazione. Attorno alla metà del XVII secolo i fuochi erano così popolari e il loro spettacolo così frequente da attirare gli strali delle autorità shogunali che, con il pretesto della minaccia di possibili incendi, ne provvidero a regolamentare rigidamente l’uso lungo le sponde del fiume Sumida.
Hiroshige stesso sembra prediligere questo luogo celebre di Edo (meisho): lo ritrasse innumerevoli volte e in ben sessanta vedute lo dipinge con lo spettacolo dei fuochi d’artificio.
In questa suggestiva stampa di ambientazione notturna, tutta giocata sui toni del blu e del grigio, protagonista sembra essere il cielo, punteggiato di scintille dei fuochi, come nuove stelle. Sotto è il ponte, percorso dalla folla e ancora più sotto il fiume, dalle acque chiare brulicanti di imbarcazioni fra cui spiccano le yanebune, barche provviste di tettoia e adorne di lanterne di carta (chōchin) su cui i ricchi mercanti organizzavano feste e baldorie, godendo appieno delle gioie di questo mondo fluttuante, di questo ukiyo.
Andō Hiroshige (1797-1858), Meisho Edo hyakkei (Cento vedute di luoghi famosi di Edo, 1856-1858).