Un occhio tumefatto. Un segno di violenza.
La pittrice Shima Seien (1892-1970), in questo suo celebre dipinto datato 1918, la raffigura così, la violenza sulle donne.
E lo aveva spiegato, sì, che il livido voleva essere il simbolo dei numerosi abusi inflitti regolarmente dagli uomini alle donne.
In questa che è un’opera “senza titolo”, ma in cui molti ravvisano un autoritratto.
Un’opera diventata suo malgrado segno rivoluzionario di una scelta verso il non-finito, inconcepibile all’epoca nell’ambiente pittorico nihonga, per lo sfondo di un paravento la cui decorazione è solo abbozzata.
Talmente nuova e rivoluzionaria, quest’opera, da far passare sotto silenzio – ai più – quell’occhio, quel livido.
Un segno che non si vuol vedere è forse un segno che non c’è?