Murasaki e le altre.
Se conosciamo le fogge, del complesso abbigliamento delle dame di corte di periodo Heian (794-1185), possiamo solo immaginare, come hanno fatto gli artisti nel corso dei secoli, le innumerevoli sfumature dei colori che caratterizzavano il gioco di vesti sovrapposte (non kimono, allora, bensì hitoe e kasane, strati leggeri di vesti dalle ampie maniche aperte). Erano palette ammesse o proibite a seconda del rango e dell’età della dama. Erano colori formalizzati dalla tradizione, che rimandavano alle stagioni, agli elementi della natura, ma che difficilmente possiamo ricostruire. Ci aiutano, questo sì, la letteratura classica e la nostra immaginazione.
Così, lasciamoci trasportare dalle parole di dama Murasaki…
Guardavo fuori attraverso le cortine di bambù: le dame che potevano permettersi colori proibiti indossavano le solite giacche verdi o rosse e straschichi con disegni argentati e dorati. Portavano tutte una sopravveste di seta operata rosso vinaccia e solo Dama Muma no Chūjō ne aveva una prugna. Le diverse gradazioni di colore delle vesti di seta lucida che indossavano sotto ricordavano le foglie variopinte d’autunno. Come sempre le vesti foderate erano di colori a contrasto chiari e scuri: giallo chiaro e giallo scuro, viola chiaro e verde gialllastro, giallo chiaro e verde giallastro. Ogni dama ne indosssava, secondo i propri gursti, tre o anche di più una sull’altra. Quelle di una certa età che non potevano permettersi tanti colori avevano tutte una giacca a tinta unita verde giallastro o rosso vinaccia con un completo di cinque vesti sovrapposte di damasco. Dava una piacevole sensazione di freschezza l’azzurro delle onde marine sugli strascichi che la maggior parte di loro aveva legato in vita con lacci impreziositi da fitti ricami. Indossavano tre o cinque vesti sovrapposte di seta non operata gialle da un lato e verde gilalastro dall’altro.
Ciascuna delle dame più giovani portava con un completo di cinque vesti giallo da un lato e verde giallastro dall’altro la giacca di un colore diverso secondo i propri gusti. Ce ne erano alcune che con la sopravveste bianca avevano abbinato vesti rosso vinaccia su quelle verde giallastro con una veste sfoderata dello stesso verde giallastro. Altre, invece, indossavano una sopravveste rosso vinaccia più chiao con sotto un completo di vesti dellos tesso colore di gradazione più scura intervallate da vesti bianche. Tutti gli indumenti sembravano di splendida fattura e scelti con gusto. Anche i ventagli erano molto particlari con decorazioni appariscenti.
Dal Diario di Murasaki Shikibu, traduzione di Carolina Negri, Venezia, Marsilio, 2015, pp. 67 e 68.