Amo l’autunno, i suoi colori caldi, la nebbia che inizia a salire dai campi il mattino presto, il rosseggiare delle foglie. C’è una qualità diversa di luce nell’aria, ci sono profumi diversi che ti colgono appena entri in un parco o appena esci dalla città, oltre la periferia, oltre le ultime case sparse. Oltre i centri commerciali e gli svincoli.
Via, via, verso i campi e le rogge.
La bellezza dell’autunno è una bellezza pittorica, è una bellezza intima. Forse occorre mettersi in ascolto per coglierla. Essere aperti alle suggestioni. Fermarsi un istante e lasciare fluire i pensieri. Lo sapevano bene i poeti giapponesi del passato, che hanno cantato la bellezza del broccato delle foglie sul fiume Atsuta. (Tutte le sfumature di rosso sono un dono degli aceri). Lo sapevano, sì.
E anch’io lo so.
Che il fascino dell’autunno, una volta scoperto, non ti lascia più.