Le allodole e il Fuji
terra fra i polpastrelli del pollice e dell’indice
si sbriciola cade.
su erbacce cade velluto.
e cadendo ritorna al sentiero fra i campi di riso.
terra che era sarà Fuji.
sbriciolati fra i polpastrelli di
due dita granelli comuni minuscoli si pensa
sorgente del Fuji ascoltando
tutti gli orecchi il canto delle allodole
quindici di febbraio nove del mattino.
solstizio d’inverno passato e già caldo
anche col vento di mezzo inverno. tre
allodole snelle con impeto volano da
tre quarti del cielo cantando.
oltre il keyaki* spoglio e la quercia. un po’ più alto
del keyaki più basso delle allodole.
il Fuji soffia neve.
(luce vento minugia di neve nel cielo. dispersa.)
dai campi di riso di Akitsu al confine
dei campi vicini.
raffica dietro raffica.
sferza di neve.
terra di storia che ha
mille milioni di anni sbriciolata fra
due dita e quella terra
sempre la stessa.
mutazione.
massa.
volume tremendo.
Fuji.
le allodole ora cieleggiano un.
ottavino.
in questo momento d’immenso.
risplende solitario.
diamante.
minuscolo.
Fuji diamante.
la terra che cadeva di fra le due dita la stessa
che unisce
la massa pesante.
in questi campi di riso molto meglio infine non
pensare ma ascoltare l’ottavino
del quindici febbraio.
guardare la bianca lontana
porcellana Sung.
vita ancora fresca viva.
(tempo di ritornare a casa)
Kusano Shinpei
(1903-1988)
Trad. di Cid Corman, Susumu Kamaike e M. Datini jr.
In Rane e altre cose, a cura di Cid Corman, Guanda, Parma, 1969;
(ho mantenuto la punteggiatura scelta dai traduttori per l’edizione italiana).
* L’albero di keyaki è la zelkova serrata, una varietà autoctona del Giappone.
All’improvviso
l’antico fantasma
bianco appare
salirò il sentiero
per volare lontano