Onde che lambiscono la costa e tornano,
onde che lambiscono la costa e tornano,
le gru tra i canneti librandosi s’agitano in volo,
anche la tempesta che imperversa ai quattro venti
s’unisce al suono: come trascorrere il gelo della notte?
Solo la luna, che avanza nella notte, è limpida.
Attingere l’acqua marina è coglierne l’immagine.
Fa’ attenzione al fumo del sale che asciuga!
Per quanto siam genti di mare,
perché dover passare autunni sì tristi…
A Matsushima, i pescatori dell’isola di Ojima, verso la luna,
nell’attingerne l’immagine dimostrano sensibilità,
nell’attingerne l’immagine dimostrano cuore…
[…]
Attingendo il salso portato dalle correnti,
se guardo: ecco la luna nel secchio…
Toh, anche nel mio c’è dentro la luna!
Che gioia! Anche qui, ecco la luna!
Una è la luna, due son le immagini, tre trasale la marea,
trasporta la luna sul carro della notte,
senza provare amarezza e pena,
seguiamo le vie della marea…
dal dramma nō Matsukaze *
Traduzione di Bonaventura Ruperti.
In: Paola Cagnoni, Scritti teatrali, a cura di Bonaventura Ruperti, Venezia, Cafoscarina, 2006.
* In Matsukaze (Vento tra i pini) gli spiriti di due fanciulle, Matsukaze e Murasame, amanti del principe Yukihira, appaiono nelle vesti di due povere venditrici di sale a un religioso buddhista cui avevano dato alloggio per la notte, e danzano in suo onore. Il dramma, composto da Kan’ami Kiyotsugo (1333-1384) e riveduto dal figlio, Zeami Motokiyo (1363-1443), è considerato fra i massimi capolavori del teatro nō.
In margine a un corso sul teatro giapponese…
ti aspettavo
il mio cuore ardeva
maschera viva
superi le montagne
ritornerai come eco?