Scendevamo nel tardo pomeriggio da Ninenzaka, percorrendo la strada in pendenza, dimentichi del caldo afoso che non sembrava abbandonare la città. Era un giorno di piena estate, a Kyōto, ed esploravamo nuovi percorsi, piccole strade silenziose, via, via dalla folla sudata dei turisti. D’improvviso ci sorprese un tanuki, che si nascondeva timido fra i cespugli davanti a un ristorante un po’ discosto dalla strada. Un tanuki sornione, timido e sfacciato al tempo stesso. Un po’ ubriaco. Si sarebbe trasformato per noi, viaggiatori curiosi?
Dedicato a Maya, Laura e Alessandro, miei amici, miei complici.