Una splendida giornata all’inizio della primavera.
Dal piano alto di una casa da tè di Massaki lo sguardo spazia ad abbracciare via via il santuario Suijin, nascosto dal boschetto sulla destra, l’isoletta di Uchigawa, la piana di Sekiya e, sullo sfondo, le cime del monte Tsukuba.
Forse chi osserva la scena sta gustando un dengaku, cubetto di tofu infilzato in uno stecco, spennellato di pasta di miso e messo a grigliare sopra un braciere (è la specialità del luogo). Forse è da solo e pensieroso. Forse è in compagnia e ascolta distrattamente chiacchiere e risate mentre sorseggia sake da una coppetta continuamente riempita…
Ma il panorama invita in realtà alla contemplazione silenziosa. Sul Sumidagawa qualche rara barca movimenta un paesaggio per il resto tranquillo. Il cielo è come pennellato da un volo libero di uccelli e, in primo piano, i rami fioriti annunciano la dolcezza della stagione. La scena, calma nei colori accesi di un pomeriggio già quasi al tramonto, si rivela attraverso gli shoji scostati, ma sembra comparire sulla copertina di un libro.
Una composizione libera e audace in cui ritroviamo tutto lo spirito di Hiroshige.
Andō Hiroshige (1797-1858), Meisho Edo hyakkei (Cento vedute di luoghi famosi di Edo, 1856-1858).