Nihon no natsu, l’estate in Giappone: 5. Tenugui.

Motivo decorativo tradizionale "asa no ha" (foglie di canapa).

Accanto allo yukata, una pezza di tessuto dai mille usi e dai mille disegni simboleggia perfettamente l’estate in Giappone: è il tenugui, una striscia di stoffa stretta e lunga utilizzata tradizionalmente d’estate come piccolo asciugamano o come foulard da mettere attorno al collo per detergere il sudore e evitare a colli e colletti di macchiarsi.

Il tenugui in estate può accompagnare lo yukata o il kimono estivo e sostituirsi allo han-eri, il colletto rimovibile che viene abitualmente cucito attorno al collo del sottokimono  proprio per proteggere il kimono, sempre delicato e difficile da lavare, da macchie e aloni. 

Anche il tenugui,  in quanto accessorio alla moda, risale al periodo Edo, quando veniva spesso gettato su una spalla mentre si andava al sento, il bagno pubblico. Nato come accessorio di utilizzo immediato, in origine il tenugui era di tessuto grezzo, nel colore naturale o bianco. A volte recava il mon di famiglia (kamon). E le estremità erano (e sono, del resto) tradizionalmente prive di orlo, per permettere al proprietario di utilizzarlo all’occorrenza come benda d’emergenza o laccio per riparare alla meglio un geta. Ma ben presto la passione degli Edokko (il popolino di Edo) per i motivi decorativi si sbizzarrì anche nella fabbricazione di tenugui dalle decorazioni e dai colori più vari, dal tipico Edo-komon, con superficie disseminata di minuscoli motivi, ai rinfrescanti accostamenti di bianco e di blu. 

Successivamente, accanto ai motivi tradizionali come la foglia di canapa o i fiori di ciliegio,  sul tenugui comparvero anche scritte pubblicitarie o disegni geometrici, adattandosi al gusto delle varie epoche, fino ad arrivare ai personaggi di manga e anime, a fantasie dark o pop. 

Alcune aziende storiche, le cui origini risalgono al periodo Edo (come la Eirakuya, che fu fondata nel 1534), hanno saputo rinnovarsi nel design, proponendo accanto alle fantasie tradizionali, con motivi che vengono offerti anche ai turisti come originali souvenir (manekineko, la grande onda di Hokusai, carpe e gru, ad esempio), disegni di gusto contemporaneo che si prestano a una diversificazione nell’utilizzo del tenugui, da accessorio duttile per la persona, a tessuto per l’arredo, a delizioso oggetto da collezione. 

Uno dei negozi più forniti l’abbiamo visitato nel 2005 a Uji, poco lontano dalla stazione, sul percorso verso il Byōdōin: nell’assolato pomeriggio estivo, quel negozio grande e accogliente ha attirato la nostra curiosità e ha costituito una pausa rinfrescante.  Colori, motivi, tutta la collezione esposta – la celebre Raak di Eirakuya, appunto – era studiata per suggerire la freschezza, per dare un’impressione di ristoro, quell’indefinibile “ryo”, appunto, costituito dagli espedienti che il genio nipponico ha creato per suggerire il fresco,  per aiutare a sopportare il caldo umido e afoso di un’estate in Giappone.

 

Dalle parti di Kiyomizu, un pomeriggio d'estate. Kyōto, 2009.

 

 

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