A Taeko
Orrendo Giappone! Dall’aeroporto fino all’arrivo in centro città, quante bruttezze che lasciano di sasso…quelle, grigie e ocra, di costruzioni senza carattere, dalla melanconia triviale; quelle, rutilanti, delle insegne commerciali o dei distributori di bevande sui marciapiedi.
Non appena arrivati, lasciate questo paese per entrare in… “Nipponia”.
Prendete un treno regionale lento che, con il suo ritmo e l’ordine naturale che imprime alle vostre sensazioni fa già campagna: sedili di velluto, volti vivaci di vecchi e di scolari che salgono e scendono, profumi sbiaditi di birra ghiacciata e di cuori tranquilli. Accolta in questa pienezza discreta, ad essa incorporata, la vostra carne, in un dolce sfregamento di assiali, arriverà a destinazione, la stazione di “Nessuna parte” dove errerete stordito, con la grazia di uno struzzo titubante su un parquet da sala da ballo, per scoprire una composizione dell’universo unica, più sapientemente innervata di una foglia di camelia. E vi servirà del tempo prima di distinguere gli esseri dalle cose, circondati dal tempo e dai costumi, avvolti nella loro connivenza.
Schiene curve, palpebre dagli occhi luminosi e teneri, denti in oro o cuciti nella stoffa del viso, anime tutte d’un pezzo, scoraggianti di qualità, ancorate a un busto nodoso, braccia di betulla tremante. Dei vecchi, osservate la misura del corpo, la moderazione e la rudezza degli usi e tutti i panni del paesaggio che vi circonda si scioglieranno: le mille varietà di soba dai colori di nuvola o di cenere, il pallido sapore della rapa bollita o del sake crudo, la perfezione di ogni oggetto uscito da queste mani minuziose, il taglio così netto tracciato nella vita dal passaggio di questi esseri.
Sul cammino sinuoso del ritorno, ubriacatevi della calda atmosfera del crepuscolo e dei gruppi di neonati paffuti e di bambini sognatori vestiti come degli eschimesi, il viso altrettanto espressivo di una biglia di legno, lo sguardo intenso, immobile.
Altrettanto meticolosa ma più furtiva, voi scorgerete la Nipponia anche in seno alla città, nel suo cuore generoso: nella coesione sociale, nella lentezza e nella finitezza dei gesti, nella goffaggine dei modi o nella timidezza velata di sfrontatezza e nel conformismo che affiorano sotto l’eccentricità di un abito; o, semplicemente, in uno sguardo furtivo, nella freschezza della sera che una famiglia assapora fuori della porta di casa durante una festa di quartiere…
Osservate bene le soglie delle porte, poiché ciascuno, qui, è sulla soglia di se stesso, dal freno che impone alle sue emozioni, queste prendono il loro slancio nella stanza in fondo, dove si ama e dove si odia, infinitamente, a pugni chiusi.
La Nipponia è, così, questo cammino, estenuato e calmo, fino al fondo di se stessi, come quella coppia di amiche che sgranocchiano con imbarazzo un dolcetto e portano una mano alla bocca ridacchiando; la loro conversazione è svagata ma è feroce, in loro, la gioia d’essere vive, o la tristezza di amare. Tutte le scene del repertorio umano diventano qui spettacolo estremi, dall’energia altrettanto pura che se voi tentaste di stipare il cielo in un ditale.
Viaggiare in Nipponia, è anche visitare le stagioni che, in questo paese di attenzioni, sanno come ricevervi: all’inizio della primavera, inginocchiatevi sotto il cielo ricamato di fiori che ricoprono i gruppi gioiosi di gitanti; vinti, abbattuti dall’estate, lasciate che il sole vi accarezzi il cuore come i corvi lucenti e grassi raschiano i sacchi trasparenti della spazzatura; ricevete l’abbraccio dell’autunno, dagli stracci sontuosi e, in un attimo d’inverno, acconsentite a diventare l’ospite di un fiocco di neve appesantito dalla notte.
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Luoghi di Nipponia: un treno, una izakaya, ogni stagione al suo passaggio, un amico, uno sconosciuto, il rumore della città all’avvicinarsi del mezzogiorno, un quartiere popolare una sera di gran caldo, una stazione termale, un giardino pubblico.
Yves Letournel
Diplomatico francese, nel triennio 2001-2003 responsabile dell’Institut Français di Yokohama.
Da: “Voyage en Japonie” in 100 regards inédits sur le Japon,
Paris, Association Jipango, 2004, p. 97.
La traduzione è mia.
🚂🚂🚂
Fuori dai sentieri battuti, il Giappone può fare un certo effetto, suscitare un lirismo di maniera, ispirare pensieri in libertà, a volte incongrui. Ma anche queste sono testimonianze: perché dovremmo ignorarle? Il giapponismo ha molti volti. Come il Giappone, del resto.
Belle traduction!